4 pomodori molto rossi – 8 chiles jalapeños verdi – 1 spicchio d’aglio – 1/2 cipolla bianca – coriandolo fresco tritato – sale a piacere
Cuocete per pochi minuti i pomodori spellati con i chiles, entrambi divisi a metà e privati delle venature e dei semi. Passate quindi la pappetta nel frullatore (o nel mortaio!) con poca acqua e l’aglio, fino ad ottenere una consistenza cremosa ma non liquida. a parte tritare finemente la cipolla e il coriandolo. In una ciotola unite all’ultimo momento (cioè appena prima di servire) la salsa di pomodori e chiles e la cipolla e il coriandolo. Mescolate bene, eventualmente regolare di sale se vi sembra il caso.
La salsa di jalapeño si mette ovunque.
avete una quesadilla? dopo averla passata in forno la prendere, la aprite, vi ustionate i polpastrelli, dite varie parolacce, e poi ci mettete la salsa. richiudete, magnate e vi dimenticate l’ustione di terzo grado alle dita.
vogliamo provare con i burritos? fate i frijoles refritos (che nonostante la MIA indolenza ho mandato in archivio), vi procurate delle tortillas morbide (mi raccomando, i burritos si fanno con quelle morbide), ci imbottite la tortillazza, passate in forno, estrate, idem come per la quesadilla. magnate.
va beh, non volevo dirvelo, ma nei burritos veri ci va anche la carne. ma soprassediamo: mi piace pensare che non ce la mettete se non ve lo dico!
le enchiladas poi sono la morte sue: sono tortillas di mais (meglio quelle azzurre) riempite con un mix di formaggi (e va bene, anche trita di manzo – ma non sono per niente buone così) e poi annegate in un sugo leggero di pomodoro. inondate quindi con la suddetta.
classico pucciarci i nachos o i tacos, oppure condirci il tamale, ovvero uno spezzatino di carni varie e “masa” di mais cotto a vapore nelle foglie di banano.
oppure ci si condisce l’insalata di avocado o qualsiasi altro tipo di insalata.
orrore degli orrori, lo mettono sul chicharron, che è cotenna di maiale fritta.
ovvio che anche pucciarci le più terribili patatine insacchettate dà una certa soddisfazione!
ps: avrete notato che questa salsa non si scalda; fa da contrasto freddo alle preparazioni calde.
avete una quesadilla? dopo averla passata in forno la prendere, la aprite, vi ustionate i polpastrelli, dite varie parolacce, e poi ci mettete la salsa. richiudete, magnate e vi dimenticate l’ustione di terzo grado alle dita.
vogliamo provare con i burritos? fate i frijoles refritos (che nonostante la MIA indolenza ho mandato in archivio), vi procurate delle tortillas morbide (mi raccomando, i burritos si fanno con quelle morbide), ci imbottite la tortillazza, passate in forno, estrate, idem come per la quesadilla. magnate.
va beh, non volevo dirvelo, ma nei burritos veri ci va anche la carne. ma soprassediamo: mi piace pensare che non ce la mettete se non ve lo dico!
le enchiladas poi sono la morte sue: sono tortillas di mais (meglio quelle azzurre) riempite con un mix di formaggi (e va bene, anche trita di manzo – ma non sono per niente buone così) e poi annegate in un sugo leggero di pomodoro. inondate quindi con la suddetta.
classico pucciarci i nachos o i tacos, oppure condirci il tamale, ovvero uno spezzatino di carni varie e “masa” di mais cotto a vapore nelle foglie di banano.
oppure ci si condisce l’insalata di avocado o qualsiasi altro tipo di insalata.
orrore degli orrori, lo mettono sul chicharron, che è cotenna di maiale fritta.
ovvio che anche pucciarci le più terribili patatine insacchettate dà una certa soddisfazione!
ps: avrete notato che questa salsa non si scalda; fa da contrasto freddo alle preparazioni calde.