E’ un piatto tipico delle mie parti (lago di Como), adatto per le giornate fredde e umide, praticamente per oggi 😀
Servono: farina di mais – formaggio grasso e semigrasso di montagna (latteria) – burro – aglio Si deve preparare la polenta con la farian di mais, io ho usato quella mischiata con il grano saraceno perchè preferisco la polenta “nera” ma anche gialla va bene. Ho il paiolo elettrico ma mio marito è un tradizionalista e preferisce (quando ne ha vogllia) farla ancora alla “moda vegia”
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Nel frattempo tagliare il formaggio a pezzettini piccoli
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mettere in un pentolino abbondante burro con abbontanti spicchietti d’aglio
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quando la polenta è pronta scodellarla su di un tagliere
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con un cucchiaio intinto nell’acqua fare dei bocconi e depositarli in una zuppiera messa a scaldare in forno caldo
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altenando strati di polenta a manciate di formaggio e continuando così fino alla fine, nel frattempo far soffriggere l’aglio nel burro e quando avrete finito la polenta e il formaggio versare il burro caldissimo sulla polenta (deve sfrigolare)
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ecco la polenta uncia (o concia) è pronta
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ecco un particolare
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Note: in alcune ricette viene messo il grana. Io non lo metto perchè – a mio personalissimo giudizio – non credo faccia parte della ricetta origianle. Questa aggiunta l’ho riscontrata anche nei pizzoccheri ma nessuno dei posti in cui io li ho mangiati ha fatto questa aggiunta. Ritengo sia un arricchimento successivo che – non dico stia male – ma non appartenga alla ricetta originale del piatto.
Il formaggio che andrebbe usato – per i puristi del luogo – è il “formagello di maggiana” che è una frazione di Mandello del Lario. Non credo si trovi sui mercati, quindi ritengo idoeneo l’uso di latteria grassi e semigrassi del luogo. Alcuni aggiungono la salvia al soffritto di burro e aglio, io non lo metto. E – dimenticavo – la tradizione vuole che si mangi tutti dalla stessa marmitta pescando con la propria forchetta direttamente dalla ciotola e scavando il proprio “buco” pescando formaggio, polenta e burro.